L’evolversi della vicenda Piscina-Cesano-4 milioni-da-pagare ci porta mestamente a constatare che AVEVAMO RAGIONE NOI e di ciò, sinceramente, ci dispiace. Si, noi cittadini malfidenti, gufi e complottisti avevamo ragione, ma abbiamo sperato fino all'ultimo di non averla. Stiamo infatti parlando di quasi 4 milioni di euro della Comunità cesanese ... mica briciole … soldi che di questi tempi di crisi, avrebbero proprio fatto comodo a Cesano Boscone. Avevamo già ribadito più volte come in ogni occasione questa Amministrazione manifestasse la volontà di non voler portare alla luce le responsabilità politiche ed eventualmente penali/civili/amministrative (caso mai fossero emerse) sull'affaire piscina. Per questi “nuovi” Amministratori, far pagare gli eventuali colpevoli, nel caso in cui emergessero dei responsabili - non finiremo mai di scriverlo – non è un obiettivo da perseguire. Ricordiamo (per i distratti) alcune affermazioni di due autorevoli esponenti del Partito Democratico cesanese durante il Consiglio Comunale del 05 novembre 2014 in merito alla questione Piscina: Assessore Ursino: …“ritengo che alcune cose non siano state gestite bene” Consigliere Bersani: “non tutti non potevano non sapere, questo mi riferisco agli uffici e anche all’Amministrazione passata”… “la responsabilità è praticamente di tutti e onestamente bisogna prendersene carico”. Tanto di cappello per l'onesto “mea culpa” pubblico dei due esponenti PD entrambi presenti nella scorsa amministrazione, quindi persone bene informate sui fatti). In verità, se proprio vogliamo dirla tutta, anche il neosindaco era parte integrante della passata amministrazione, ma evidentemente non abbastanza informato sui fatti. Per carità, non si può essere al corrente sempre di tutto... Proprio per questo, però, ci si sarebbe aspettati dal neosindaco (non sufficientemente informato sui fatti) e dalla neogiunta (la quale alla fine toccherà onorare in qualche modo questo debito nei confronti del Monte dei Paschi) delle risposte decise e trasparenti volte a far luce sulle zone d'ombra presenti nella catena decisionale politico-amministrativa, se non altro per sapere chi ringraziare. Finalmente quindi dalle parole si sarebbe passato ai fatti! Ricordiamo (per gli smemorati) che in campagna elettorale il neoSindaco-nuovo-che-avanza aveva promesso di fare pulizia dagli scheletri negli armadi del Partito e aprire le porte e le finestre del “palazzo”. Quale occasione migliore di questa? Quale occasione migliore, fornita per di più su un piatto d'argento, da tutti i gruppi di opposizione, per dimostrare che il “nuovo PD” aveva davvero “cambiato verso” (Copyright di Matteo Renzi) e aveva davvero iniziato un cammino di trasparenza e partecipazione? Tutti lì quindi ad aspettare finalmente un gesto di vero cambiamento del nostro neosindaco, tutti lì a fare il tifo per lui: praticamente doveva tirare un rigore a porta vuota che gli avrebbe dato credibilità e autorevolezza nella gestione di questo problema ed in generale nel prosieguo della sua attività. Vogliamo aggiungere anche un “carico da undici”? In Consiglio comunale sono state presentate ben due raccolte di firme/petizioni popolari firmate da cittadini di Cesano nelle quali veniva chiesto di far luce sull'intera vicenda. Le petizioni in questione chiedevano, senza sigle di alcun partito, l'istituzione di una Commissione speciale d'indagine e una ricostruzione dei fatti, attraverso la versione degli amministratori allora in carica ed oggi ancora presenti nelle istituzioni cittadine. Riassumendo, i cittadini - quella bizzarra forma sociale che intralcia le attività e gli interessi dei politici – chiedevano solo trasparenza e onestà! La risposta del neosindaco alle legittime richieste dei cittadini le riassumiamo qui di seguito: “Le due petizioni sono state esaminate dalla segreteria generale e, sulla base delle verifiche effettuate, la Giunta ha deliberato all'unanimità di ritenerle inammissibili.” “In particolare, per la prima, viene precisato che l'argomento è stato oggetto del Consiglio comunale del 5 novembre scorso, dove è prevista la convocazione di una riunione congiunta delle Commissioni Territorio ed Economica, [nda. i cui presidenti sono entrambi PD] che sono aperte al pubblico, ma formate da consiglieri comunali.” “Per la seconda, l'inammissibilità è dovuta al fatto che vengono chieste delle valutazioni soggettive degli “attuali amministratori” affinché “ricostruiscano la loro versione dei fatti”. Tali valutazioni, però, non sono funzionali alla ricostruzione della vicenda.” Ebbene, la montagna ha partorito un topolino. La soluzione proposta dalla giunta è stata quella di far controllare l'operato della vecchia amministrazione targata PD da due commissioni consiliari presiedute dal PD. Geniale! D'altronde i panni sporchi non si lavano sempre in famiglia? Questa soluzione sarebbe, usando un'iperbole, accettabile solo nel caso in cui il PD locale mettesse mano al portafoglio (il loro, non quello dei cittadini) e dicesse “ok ragazzi i 4 milioni li paghiamo noi”. A questo punto avrebbero il diritto di farsi tutte le commissioni interne del mondo. Questo è il concetto di trasparenza del Partito Democratico cesanese e dei suoi sodali … questa è la volontà di andare fino in fondo alla vicenda. Secondo noi gli inammissibili solo loro. Fatevi due domande e datevi due risposte:
Bibliografia http://www.comune.cesano-boscone.mi.it/servizi/notizie/notizie_fase02.aspx?ID=13263 Nota
Per chi si fosse perso le puntate precedenti della “vicenda piscina” consigliamo di andare a leggere i nostri precedenti editoriali: http://m5s.weebly.com/editoriali/la-tempesta-perfetta http://m5s.weebly.com/editoriali/la-tempesta-perfetta-2 http://m5s.weebly.com/editoriali/habemus-aquam-sed-non-in-piscinam Fatelo, per favore, avete quasi QUATTRO MILIONI di motivi per interessarvi alla vicenda!
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Cari cittadini cesanesi, la sera del 5 novembre abbiamo avuto finalmente il piacere di vedere chi è realmente dalla parte dei cittadini, mirando puramente alla ricerca della verità e di eventuali responsabilità personali, e chi invece ha come unico obiettivo il voler deviare l’attenzione dall’intera vicenda. PARTIAMO DAI FATTI Il consiglio comunale è stato convocato in via straordinaria su richiesta della minoranza, di cui il Movimento 5 Stelle fa parte, per discutere una mozione inerente il tema piscina. La mozione in questione proponeva di fornire alla cittadinanza un punto di riferimento chiaramente identificabile nonché un interlocutore privilegiato per coloro che desideravano formarsi un’opinione il più possibile oggettiva e aggiornata sui pregressi della vicenda; per far ciò si proponeva quindi di istituire una commissione conoscitiva determinandone finalità, funzioni, composizione, durata, modalità di funzionamento ivi comprese eventuali consulenze esterne. Come ovvio e lecito che dovesse accadere, non potendo solo negare tale Commissione, il Partito Democratico (di seguito per brevità PD) ha pensato di proporre una propria versione, che prevedeva di utilizzare congiuntamente le Commissioni Territorio ed Economia per cercare di fare luce sulla vicenda da circa 4 milioni di euro (meglio ricordarlo sempre). LE AMMISSIONI DI COLPA Tale serata ha visto altresì la comparsa di un evento definibile epocale per le cronache di Cesano Boscone. Il PD, che per anni ha riempito le orecchie di tutti al grido de - tranquilli, è tutto a posto, la piscina non costerà nulla ai cesanesi - ha dovuto fare ammissione di colpa attraverso le parole di suoi due esimi esponenti - Consigliere Bersani e Assessore Ursino - che hanno ammesso diversi errori di valutazione politica su codesta grave situazione. Il Consigliere Bersani ha dichiarato: …“non tutti non potevano non sapere, questo mi riferisco agli uffici e anche all’Amministrazione passata”… “la responsabilità è praticamente di tutti e onestamente bisogna prendersene carico”… … mentre l’Assessore Ursino ha aggiunto: …“ritengo che alcune cose non siano state gestite bene”… Una tardiva ammissione di colpa, forse dovuta al rilevante pressing politico, che dimostra la presenza del legittimo dubbio sul fatto che la questione piscina sia stata condizionata da azioni azzardate, senza valutare con adeguatezza gli effetti delle stesse. Alla luce di queste ammissioni sembra quindi che il Movimento 5 Stelle non sia poi così folle ed in cattiva fede come il PD spesso vuole far credere. In completa e sola visione di suddetti interventi, il Consiglio Comunale, richiesto e voluto fermamente dalla minoranza avrebbe dovuto accettare senza remore e faziosi quanto futili manifesti la richiesta di mettere sotto lente d’ingrandimento l’intera vicenda, dando spazio ad una commissione esterna creata dalla legittima parte lesa: i cittadini. ALLA FINE COSA E’ STATO “PARTORITO” DAL CONSIGLIO COMUNALE Nessuna sorpresa, il PD ha rigettato la proposta della minoranza auto-approvando la propria mozione. APPROFONDIAMO IL DISCORSO LA PROPOSTA DELLA MINORANZA La proposta (mozione) della minoranza in merito al “affaire piscina” consisteva nella creazione di una commissione super partes, composta da cittadini (eletti e non) indicati dai capigruppo avente come unico obiettivo la ricostruzione storica e documentale di tutti i passaggi, fino all’apparire di un rudere che potrebbe costare (ma noi diciamo: costerà) alla cittadinanza la bellezza di 4 milioni di €, circa. I concetti “trasparenza” e “far chiarezza” secondo il Pd: Ben prima del Consiglio comunale in questione, il PD riteneva non necessario ed anzi dannoso, procedere con commissioni che potessero creare interferenze con la causa civile in essere con la Banca MPS (!) Ciò la “dice lunga” sulla questione trasparenza ed accende in noi un’assordante sirena d’allarme. Secondo il nostro credo politico e civile chi non ha nulla da nascondere non rifiuterebbe mai l’istituzione di una commissione d’indagine super partes, che garantirebbe gli interessi dell'intera cittadinanza. Dove la proposta del PD, a nostro parere, fallisce? Pur essendo poco dettagliata e molto fumosa potrebbe essere anche considerata una proposta regolare se questo fosse un paese da guardare “stando eretti”. Peccato che le commissioni che vuole utilizzare il PD sono chiaramente di stampo politico, sotto diretto controllo del PD stesso (entrambi i presidenti sono esponenti di tale partito). Il conflitto d’interesse, quindi, si palesa in tutta la sua luminosità (pardon oscurità). Per altro le commissioni ambiente e territorio, essendo già esistenti ed operanti, nonché oberate da altri (quanto urgenti) lavori, faticheranno ad arrivare velocemente ad una conclusione. Il rischio, secondo noi, è che si vada troppo lunghi con i tempi e che i possibili responsabili possano quindi usufruire della prescrizione giudiziaria. Tutto lavoro, tempo ed energie, che potrebbero essere vanificati dalle nostrane leggi. Che sia voluto? LA PROPOSTA DELLA MINORANZA VISTA DAL PD La proposta della minoranza congiunta è stata vista dal PD come una “caccia alle streghe”; se si avesse prestato attenzione allo scritto si sarebbe dovuta invece approvare senza esitazione in quanto era chiaramente da intendersi anche come assist al PD, per permettergli di dar seguito agli intenti di campagna elettorale ed alle righe programmatiche del mandato elettorale 2014-2019. Tali intendimenti recitavano slogan di completa apertura e trasparenza verso la cittadinanza, nonché massima partecipazione dei cittadini alle questioni comunali. Intenti disattesi immediatamente, alla prima manifestazione di risentimento pubblico. Complimenti per la velocità … CONCLUSIONI In conclusione è comunque chiaro a nostro giudizio che la volontà di questa Amministrazione di portare alla luce le responsabilità politiche ed eventualmente penali/civili/amministrative (caso mai si presentassero), risulta evidentemente mancante. Gli strumenti in possesso della mozione del PD, votata e passata, sono insufficienti e la parvenza è quella che dietro la più volte citata tutela dell’Ente, si nasconda la volontà di preservare se stessi, il partito ed interessi politici futuri. Il muro alzato dal PD non servirà comunque ad arrestare la volontà dei cittadini cesanesi, relativamente alla messa in luce degli eventi scatenanti il “mostro acquatico” in questione. SIGNOR SINDACO: Lasciamo per ultima, ma non per questo di minor importanza, una precisazione per l’Egr. Sig. Sindaco Alfredo Simone Negri. Quanto fatto, e faremo, in futuro non è da intendersi quale attacco personale nei Suoi confronti o come ha gradito leggere in Consiglio comunale “fumus persecutionis”. Non condividiamo questa visione. Ci aspettiamo quindi che il Suo buonsenso, a nostro avviso superiore rispetto ad alcuni esponenti della Sua maggioranza, sappia prevalere. |
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