La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da Cosa Nostra in Sicilia, il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci, a pochi chilometri da Palermo.
Nell'attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Vennero utilizzati 500 kg di esplosivo. La strage di via D'Amelio fu un attentato di stampo terroristico-mafioso avvenuto in Italia il 19 luglio 1992, in via Mariano D'Amelio a Palermo, nel quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Vennero utilizzati circa 100 kg di esplosivo. E’ da pochi giorni che si è ricordato per il venticinquesimo anno il martirio di questi Servitori dello Stato che hanno dato la loro vita per adempiere alla loro missione. Come tutti sappiamo costoro non sono i soli ad avere pagato il prezzo più alto nel tentativo di combattere la mafia. L’associazione Libera stima in 900 le vittime direttamente imputabili alla mafia dal 1893 ad oggi. In questi giorni di celebrazioni e ricordi, tutte le istituzioni si sono affrettate a rendere omaggio ai giudici e alle loro scorte assassinati e a ricordarne il loro sacrificio, impegnandosi a ricordare alle nuove generazioni il valore e l’importanza del loro esempio. Molte strade, piazze, edifici pubblici, sono state intitolate a loro perenne ricordo. Tutto questo è giusto e doveva essere fatto. Se però vogliamo davvero ricordarli ed onorarli e fare in modo che il loro sacrificio non sia stato vano, dobbiamo difendere e proteggere in tutti i modi quegli uomini e quelle donne che hanno raccolto quella bandiera di legalità e giustizia che le bombe della mafia avevano tentato di distruggere. Se vogliamo davvero onorarli dobbiamo supportare e proteggere l’azione di quei magistrati che OGGI stanno in prima linea a combattere la stessa battaglia di Borsellino e Falcone. Dobbiamo fornire loro quella copertura politica e civile, dobbiamo fornire loro strumenti investigativi sempre più incisivi, dobbiamo essere al loro fianco tutti i giorni e portare avanti la battaglia culturale e di civiltà, l’unica in grado di estirpare per sempre questo fenomeno dal nostro Paese. Cosa può concretamente fare il Comune di Cesano Boscone? Questo comune può fare molto per diffondere la cultura della legalità, per seminare germi di civiltà e insegnare una società basata sui diritti e sui doveri che un cittadino ha nei confronti della comunità di cui fa parte. Tutti noi sappiamo che Cesano Boscone si trova inserito in un territorio nel quale organizzazioni mafiose di varia natura, importanza e livello, cercano in ogni modo di infiltrarsi nelle attività imprenditoriali, negli affari, nella cosa pubblica. Un segnale importante e inequivocabile, da parte dell’intera comunità cesanese può e dev’essere dato. Un messaggio che va oltre le divisioni e le beghe partitiche e gli interessi di parte dev’essere dato, un gesto che unisca la maggioranza e le varie opposizioni e che sintetizzi la volontà di tutti di combattere questa battaglia culturale e di civiltà a fianco dei “figli” di Falcone e Borsellino, di coloro che quotidianamente rischiano la vita e quella dei loro cari, semplicemente per adempiere al loro incarico e impegno verso lo Stato e verso ognuno di noi.. Uno dei magistrati OGGI più esposti in questa battaglia è il magistrato Antonino Di Matteo. Antonino Di Matteo, detto Nino, magistrato Italiano, nato a Palermo nel 1961, è entrato in magistratura nel 1991 come sostituto procuratore presso la DDA di Caltanissetta. Divenuto pubblico ministero a Palermo nel 1999, ha iniziato ad indagare sulle stragi di mafia in cui sono stati uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per l’omicidio Chinnici ha rilevato nuovi indizi sulla base dei quali riaprire le indagini e ottenere in processo la condanna anche dei mandanti, riconosciuti in Ignazio e Antonino Salvo, mentre per l’omicidio Saetta otteneva l’irrogazione del primo ergastolo per Totò Riina. In seguito alle minacce ricevute, Di Matteo è stato sottoposto ad eccezionali misure di sicurezza , annunciate alla stampa dallo stesso ministro dell’interno Angelino Alfano nel dicembre 2013, elevando il grado di protezione al massimo livello. Ecco perché proponiamo il conferimento al magistrato Antonino Di Matteo della Cittadinanza Onoraria di Cesano Boscone. Un modo per rendere omaggio e sostenere l’azione di chi come lui impiega l’intera vita a proseguire sulla strada indicata e tracciata da Giovanni e Paolo. Per concretizzare questa proposta il Movimento 5 Stelle di Cesano Boscone ha presentato una mozione, che verrà discussa in consiglio comunale appena possibile, che impegna sindaco e giunta al conferimento della cittadinanza onoraria di Cesano Boscone al Dott. Di Matteo. Aiutare i VIVI è il modo migliore per celebrare e per ricordare il sacrificio dei MORTI.
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Giugno 2020
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