“Non è difficile vedere il filo rosso che, in maniera legale, ma deleteria per il Paese, unisce politica e gioco d'azzardo" spiega il senatore Giovanni Endrizzi (Movimento 5 Stelle) nel suo intervento in aula.In Consiglio Comunale, non abbiamo affrontato il problema della “ludopatia”, ma della dipendenza dal gioco d’azzardo per utilizzare un termine più proprio. Una mozione della maggioranza? No, sarebbe stata poco credibile soprattutto da parte del PD. La mozione “Comune NoSlot” è stata presentata dalla Lista Civica Cesano 2020 – Forum delle idee appena (si fa per dire) lo scorso luglio. Per il nostro gruppo consiliare discutere questo argomento è stato come tornare a prima delle origini, quando il Movimento 5 Stelle non esisteva ancora, ma il business delle società di Slot già’ proliferava nel nostro Paese. Ricordiamo che, durante il primo Vday (settembre 2007), si scoperchiò, grazie a due giornalisti Ferruccio Sansa e Marco Menduni, un’evasione fiscale da guinness dei primati: le società concessionarie delle slot machine dovevano, ed ancora oggi devono allo Stato 98 miliardi di euro. La grandezza della somma è inversamente proporzionale alla pubblicità che la vicenda ha avuto. Ma il punto è un altro: intorno al mondo dei giochi ruotano interessi immensi e non sempre confessabili. Quelli delle società concessionarie, ma anche dei partiti che sui giochi hanno scommesso molto. E poi c’è la criminalità organizzata che vede nelle macchinette una nuova miniera d’oro. Tornando ai nostri giorni, emblematico ci sembra un intervento sempre del sopracitato senatore Endrizzi, primo firmatario della mozione – bocciata – sui danni economici e sociali causati dalla dipedenza da gioco d’azzardo patologico: “Le lobby del gioco sono potenti e sappiamo che c’è una lunga lista di eminenti esponenti politici finanziati direttamente per le loro campagne elettorali. “ Lo Stato biscazziere non ci guadagna, ma qualche potente lobby del gioco d’azzardo che finanzia la politica sì e chi ci rimette sono sicuramente i cittadini. Il Senatore pentastellato parla anche della Fondazione VeDrò (fondata nel 2005) che annoverava oltre ai fondatori, Enrico Letta e Giulia Bongiorno (ex Alleanza Nazionale), anche una vasta schiera politici tra cui Alfano, Renzi e altri sei ministri del governo Governo Letta. Ne parla perché tra i finanziatori della Fondazione spiccano le concessionarie delle slot machine tra cui SISAL e LOTTOMATICA che hanno beneficiato, insieme ad altre societa’ operanti nel settore, del super-sconto da 98 miliardi a 2.5 miliardi e infine a 611 milioni di euro in pratica uno sconto del 99.37%. Ma la lista dei politici non finisce qui, continua eccome se continua!. Nomi e cognomi sono stati fatti in passato e riteniamo che sia utile in questa sede ricordarli perché questi nomi devono rimanere scolpiti nella memoria dei cittadini. Massimo Bray un politico italiano appartenente al Partito Democratico, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo nel Governo Letta e al tempo stesso direttore della rivista “Italianieuropei” con importanti contratti pubblicitari con le industrie del gioco d’azzardo. Sempre Endrizzi riferisce al Fatto Quotidiano: “Apprendiamo che Snai ha finanziato regolarmente: Gianni Alemanno e alcune partiti politici come Margherita, Udc, Ds, Mpa e PD. Ci sono ex politici entrati nel business come Augusto Fantozzi, presidente Sisal, Vincenzo Scotti, che lanciò “Formula Bingo” insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di D’Alema e Francesco Tolotti dell’Ulivo che con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007 riuscì a far modificare il Testo Unico che regola le slot-machine” In aula il Senatore riferisce anche nomi di parenti di politici entrati in affari nel settore come Marina Berlusconi, Jacopo Dell’Utri e Pellegrino Mastella. “Dovranno avere qualche santo non in Paradiso, ma in Parlamento, queste società che gestiscono le sale di slot machine e il gioco d’azzardo in Italia, viene da pensare. E in effetti un report, portato in audizione al Senato da Matteo Iori, presidente di Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d'azzardo) ha messo insieme nomi e cognomi di politici finanziati, direttamente o indirettamente, dai colossi del gioco d’azzardo.” Gli unici che non hanno santi in parlamento sono i cittadini italiani che subiscono le conseguenze e pagano con le loro tasse le “furberie” di altri nonché i danni sociali. Facciamo un breve excursus delle leggi-regalo che tutti i partiti e governi hanno fatto al mondo del gioco d’azzardo: “A partire dal 1997, col governo Prodi che introdusse la doppia giocata di lotto e Superenalotto e le sale scommesse, poi nel 1999 il governo D’Alema fece nascere le sale Bingo, nel 2003 col governo Berlusconi arrivarono le slot machine, nel 2005 sempre con il Cavaliere vennero introdotte la terza giocata del Lotto e le scommesse Big Match, mentre nel 2006 lo stesso governo introdusse i nuovi corner e punti gioco per le scommesse. Nel 2012 85 miliardi di Euro in scommesse. Quindi, di nuovo con Berlusconi, via libera a gratta e vinci, videoLottery, Bingo a distanza, 1.000 nuove sale da gioco per tornei di poker dal vivo. E gli italiani con la crisi puntano (e buttano) sempre più soldi, nella speranza di fare il colpo. Se nel 2000 la spesa in Italia per il gioco d’azzardo era di 14.3 miliardi di euro, nel 2012 è arrivata alla cifra mostruose di 85 miliardi. Sempre più poveri, con le società d'azzardo che devono ancora allo Stato più di 90 miliardi. Ma sanno pregare molto bene i loro santi in Parlamento, evidentemente. A suon di finanziamenti alla lobby che li protegge.” In Senato, il Movimento Cinque Stelle con la mozione n. 139/2013 proponeva la cancellazione del condono per le società concessionarie di slot machines che sono la causa di danni economici e sociali dovuto al gioco d'azzardo patologico per decine di miliardi di euro. La mozione e’ stata bocciata dato che ha ricevuto solo 76 voti favorevoli (M5S, Lega, Sel, Scelta Civica). Addirittura un anno fa si era paventata la possibilità di ridurre i contributi ai Comuni che operano politiche di contrasto al gioco d’azzardo con un emendamento al decreto legge «salva Roma» presentato da Magda Zanoni (Partito Democratico). Dopo la levata di scudi di molte amministrazioni comunali anche del PD e la “minaccia” di Luigi Di Maio (“Gli facciamo passare Natale e Santo Stefano a Montecitorio dietro al nostro ostruzionismo”) arriva il dietro-front, ma il tentativo di spallata resta e non si capisce come lo si possa giustificare! Detto tutto ciò, la lotta al gioco d’azzardo non abbiamo certo bisogno di ribadirla anche a livello locale. Contrariamente al Partito Democratico non abbiamo bisogno di sventolare oggi ai 4 venti il nostro impegno contro le macchinette mangiasoldi per cercare di riacquistare credibilità di fronte ai cittadini. Noi questa credibilita’ non l’abbiamo mai perduta. C’è da rimanere allibiti quando durante un Consiglio Comunale sentiamo esponenti del Partito Democratico che si prodigano ad elencare dati e numeri allarmanti di un disastro che il loro partito ha contribuito a creare. Rimaniamo perplessi quando sempre tali esponenti dicono che tale male va combattuto (da quale pulpito!). Ed infine ci irritiamo quando sentiamo dire che la battaglia va fatta con i soldi dei contribuenti... abbiamo chiesto e ottenuto, quantomeno, un criterio di progressività nelle erogazione di incentivi alla installazione. Con i NOSTRI soldi hanno creato questo danno e si sono arricchiti e con i nostri soldi ora lo vogliono combattere… stupefacente!!! Non confidiamo molto in campagne pubbliche comunali che facciano leva sul sentimento di vergogna che dovrebbe sorgere in chi lucra con il gioco d’azzardo costringendo i soggetti affetti da tale dipendenza ad indebitarsi cadendo anche nella trappola dell’usura. Un buon amministratore deve promuovere iniziative informative e stimolare una crescita culturale, ribadendo di fronte ai cittadini, che non si deve giocare, anche perché sono le casse comunali a dover pagare i costi economici e sociali che derivano dal gioco d’azzardo. Noi del Movimento 5 Stelle avevamo proposto dei meccanismi di disincentivazione economica per quegli esercizi che non disinstalleranno le slot, il cui maggior gettito fiscale poteva essere devoluto alle Asl per finanziare cure contro la dipendenza dal gioco d'azzardo; oppure di usare l’arma dei regolamenti imponendo fasce di orario stringenti ed obbligatorietà di sistemi di videosorveglianza, con lo scopo di prevenire l'utilizzo da parte di minorenni oltre che a funzionare da deterrente, ma le nostre richieste sono state giudicate troppo restrittive. Dopo una attenta analisi ci chiediamo: “ma vogliamo estirparla questa malapianta oppure questa discussione é stata tutta una farsa giusto per essere a posto con la coscienza”? La mozione presentata con il nobile intento di combattere il gioco d’azzardo e appoggiata anche dal Partito Democratico non riabiliterà questa amministrazione se non verrà affiancata da azioni serie, coraggiose e continuative. Per essere coerenti con le parole espresse in Consiglio comunale gli assessori, nonché i Consiglieri comunali del Partito Democratico, dovrebbero uscire immediatamente dal loro partito, prenderne le più opportune distanze ed impegnarsi al fine di poter affermare che il nostro e’ un comune a ZERO SLOT Ma come sempre solo parole … coerenza e fatti stanno a zero! Si sono lavati la coscienza … beati loro! Per chi vuole approfondire l'argomento:
Fondazione VeDrò Politica e Gioco D'Azzardo Augusto Fantozzi La Politica che appoggia le Slot Machines
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Giugno 2020
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