Una volta creato un ambiente trasparente, rintracciato ed attivato le migliori competenze, bisogna strutturare dei modelli di partecipazione credibili ed efficienti.
La partecipazione del cittadino è un passaggio fondamentale per l’attuazione del vero Cambiamento.
Il Cittadino ha il diritto/dovere di informarsi, partecipare, proporre, discutere, prendersi la responsabilità delle decisioni che riguardano il bene pubblico e la collettività. Perché ciò avvenga è indispensabile che gli vengano forniti effettivi strumenti operativi ed effettivi poteri decisionali.
Le decisioni delle assemblee pubbliche devono essere vincolanti per i politici eletti.
I tavoli di lavoro che creeremo saranno pubblici ed aperti al contributo di tutti e i progetti prodotti dovranno essere sottoposti a votazioni pubbliche.
Ogni cittadino si prenderà l’onore e l’onere di sostenere quanto propone e coordinerà i contributi degli altri fino ad ottenere una proposta che a suo parere sia realizzabile. L’assemblea poi, a maggioranza, approverà o meno la sua proposta. Il principio che chi non partecipa ha sempre torto è quello che noi riteniamo più giusto, specialmente nei confronti di chi si impegna per l’interesse comune. Ognuno è libero di interessarsi o meno, di partecipare o meno, ma chi non partecipa perde poi il diritto di lamentarsi…. L’altro principio al quale siamo saldamente ancorati è che “uno vale uno”, cioè che il voto di ogni cittadino ha lo stesso “peso” e “valore”. Ciò che è giusto per la collettività lo decide la maggioranza dei cittadini. Direttamente.
Ma in questo modo “i politici” a cosa servono? I politici, se sono bravi ed onesti, dovranno essere abbastanza competenti per convincere i cittadini, con solidi argomenti, se la proposta fatta è o no vantaggiosa per la comunità. Questo dibattito pubblico servirà a tutti i cittadini a meglio conoscere il problema, a rendersi conto della complessità delle cose e finalmente a farsi un’idea, basata sui fatti, di come votare.