E siamo ancora a parlare della piscina di Cesano ... Ancora attacchi e difese, accuse e schiamazzi, incompetenza, dolo…… no no tranquilli, a questo oramai ci penserà la magistratura ed era l’ora! Ci piace però prendere la vicenda della nostra “bella” piscina come spunto di riflessione per affrontare un tema cruciale per il corretto funzionamento del sistema democratico. Affinché questo sistema di governo che chiamiamo “democrazia” possa esprimersi al meglio, ha bisogno di poggiarsi su alcune robuste fondamenta che ne assicurino la stabilità. Le fondamenta di cui parliamo le conoscete già perché oramai sono anni che ne parliamo … sono anni infatti che solo noi parliamo concretamente di Trasparenza, Informazione, Partecipazione … a queste vorremmo aggiungere un altro pilastro … l’Alternanza. Di questi quattro pilastri, tre sono di immediata comprensione, o almeno dovrebbero:
Se avrete la pazienza o la curisosità di leggere il seguito di questo articolo vi porteremo passo dopo passo a scoprirne il significato. Per spiegarsi meglio ecco che torna utile la nostra cara piscina: “cara” certo … 3.800.000 Euro per un rudere! Non divaghiamo: la costruzione di questa piscina ha attraversato ben tre legislature (la prima Delibera Comunale risale al dicembre 2003). Tutte queste legislature hanno visto il PD (in tutte le sue varie forme, coalizioni e declinazioni) essere la forza preponderante e di gran lunga più importante - nel bene e nel male - che ha guidato queste amministrazioni e questa comunità. Grosso modo le stesse persone, a rotazione, hanno ricoperto in questi tre lustri i vari ruoli e responsabilità di governo comunale. Una specie di gioco dei quattro cantoni che ha potuto prosperare grazie anche al disinteresse dei cittadini alla politica locale attiva e partecipativa. Tirata di orecchie a tutti i cittadini che hanno delegato il loro cervello, non solo il loro volere, a terzi. Abbiamo quindi avuto in questi quindici anni a Cesano (e tuttora abbiamo) una continuità di azioni di governo, una contiguità di interessi e un rafforzamento di posizioni di potere con l’obiettivo di generare consenso. La tipica situazione che trasforma l’amministrazione pubblica in un “sistema” di potere il cui unico fine è quello di autogenerarsi e autoconservarsi al comando. Il sistema si trasforma in un grande tritacarne dove chiunque, anche se armato delle migliori intenzioni, ne viene ingurgitato, tritato, assimilato, integrato e, se non accetta le regole del gioco, sputato. Ma ritorniamo al nostro esempio-piscina. Tutte le decisioni, gli incartamenti, i documenti, i contratti che sono stati prodotti in questi quindici anni per la realizzazione di questa piscina (e non solo!) sono sempre stati maneggiati e gestiti da mani “amiche” di questo sistema. Ora facciamo un’ipotesi e tra tutte scegliamo quella meno grave: mettiamo il caso che in uno o più passaggi dell’iter di questa piscina siano stati commessi degli errori, degli sbagli involontari. Mettiamo il caso che qualcuno interno al “sistema Cesano” si fosse accorto in tempo delle magagne e delle ricadute che questi errori avrebbero potuto avere sul buon fine di tutta l’operazione e che il rendere pubblica la cosa per poter porre rimedio e limitare i danni avrebbe significato un danno d’immagine enorme per il suo stesso partito al governo e un’accusa ai suoi stessi colleghi di partito che a vario titolo erano ancora presenti nella nuova giunta di governo. Sarebbe stata una reazione umana comprensibile (ma non giustificabile) quella di tentare di buttare la cenere sotto il tappeto e di trovare altri modi per non far scoppiare il bubbone. Insomma, un insabbiamento in piena regola. Si, ma…. l’alternanza? Che ci azzecca? Ok adesso ci arriviamo. Facciamo ora l’ipotesi che nella seconda legislatura, al posto della coalizione PD, avesse vinto un altro Partito che chiameremo Partito Gigi (così non facciamo pubblicità a nessuno). I nuovi eletti del Partito Gigi, una volta entrati nelle stanze dei bottoni, avrebbero avuto la possibilità di esaminare a fondo tutti i documenti, avere dei resoconti in prima persona da parte dei dirigenti e del personale amministrativo, avrebbero potuto ascoltare i pareri dei legali e dei consulenti che avevano seguito l’intera vicenda e, se necessario, chiedere altri pareri ad altri professionisti. Insomma nulla a che vedere con la procedura di “accesso agli atti” che viene comunemente sbandierata, da chi sta nelle stanze dei bottoni, come arma letale e definitiva della trasparenza nelle mani dei cittadini e che quasi sempre invece si trasforma in una palude dalla quale difficilmente si esce vivi. Con un ricambio al potere sarebbero quindi emersi gli errori e le magagne di cui sopra e, dato che gli eletti del Partito Gigi non avevano alcun legame e contiguità con quelli della precedente legislatura, non avrebbero esitato a rendere pubblico il problema e a trovare per tempo una soluzione che limitasse al minimo i danni. Capito adesso il valore dell’alternanza? In questo caso il valore non è solo morale, ma quantificabile e contabilizzabile in Euro sonanti! Ma, dato che questi pensieri sono solo parole al vento, facciamo invece un esempio concreto: Prendiamo un “piccolo” Comune come Parma: dopo svariate alternanze e successioni di finti partiti in finta competizione tra loro, vince a sorpresa l’outsider - il Partito Gigi - e poco dopo, ma guarda un po’, come per incanto cominciano a fioccare arresti eccellenti di ex amministratori. (v. Elvio Ubaldi, assieme agli assessori della sua giunta comunale e della successiva giunta del sindaco Pietro Vignali). Sarà un caso? Una coincidenza? Ricordatevi sempre che i politici sono come i pannolini: vanno cambiati spesso, altrimenti puzzano. Al cittadino restano questi compiti da fare a casa:
Magari non è un partito, ma un MoVimento ...
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Giugno 2020
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