Di sicuro nell’affaire della costruzione della piscina di Cesano Boscone, di trasparenza ce n’è poca. Di sicuro, prima di sparare a zero su tutto e tutti, vanno chiariti, in modo inequivocabile, tutti i passaggi che hanno segnato questa vicenda fino all’attuale situazione, che attualmente vede la Banca del Monte dei Paschi di Siena richiedere al Comune di Cesano il pagamento di quasi quattro milioni di euro (grosso modo sette miliardi delle vecchie lire). Milioni che il Comune di Cesano non ha. Di sicuro qui le acque sono torbide e in queste acque hanno nuotato per anni i nostri amministratori, così torbide che pare questa volta abbiano incocciato in uno scoglio tagliente ed appuntito. Di sicuro, se ci fosse stata più trasparenza sia nelle azioni che nei documenti, non saremmo arrivati a questo punto. Di sicuro la mancanza di trasparenza si trasforma sempre in un danno anche economico per la collettività (concetto sul quale vi invitiamo a riflettere). Sull'onda emotiva del momento si potrebbero commettere errori di valutazione sull'operato di questo o quel personaggio, censurare comportamenti più o meno corretti, più o meno professionali, più o meno intelligenti. Questa è la cosa che dobbiamo assolutamente evitare, perché questo è un fatto serio e grave e come tale deve essere trattato. Fatta questa breve ma doverosa premessa affrontiamo di petto la questione. La prima cosa davvero inquietante è che dopo anni e anni (più di dieci!) di discussioni, polemiche, attacchi frontali dell’opposizione, manifesti per le strade, creazione di dossier, discussioni infinite sui social networks, gabibbi vari (eh si, non ci siamo proprio fatti mancare nulla), la cosa inquietante, dicevamo, è che non esiste alcuna versione ufficiale dei fatti da parte degli amministratori e delle giunte che nel frattempo si sono susseguite al timone della nave cesanese. Non esiste una ricostruzione dei fatti, corroborata da documenti ufficiali, nomi e cognomi, prodotta dai diretti responsabili, sia politici che tecnici. A nostro modo di vedere, già questa è una colpa grave. E’ mai possibile che una amministrazione corretta e trasparente non si faccia carico di dare ai cittadini una versione ufficiale che spieghi cosa sia successo? Dobbiamo pensare che esistono degli scheletri in qualche armadio? Che esista qualche cassetto contenente materiale “che scotta” per qualcuno? Non è forse lecito pensare che, visto il morbido passaggio di consegne tra la vecchia amministrazione (PD) e la nuova (PD), ci sia da parte di quest’ultima la naturale “sensibilità” a fornire una versione dei fatti che non comprometta l’operato dell’amministrazione precedente? Come si dice: “a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina”. E questo non va bene, è sbagliato. E’ necessario fare luce su tutta la vicenda e a chiederlo più forte dovrebbe proprio essere la nuova amministrazione subentrata alla vecchia, proprio per non dar adito alle congetture e i dubbi sopra espressi. Già, ma allora chi deve stabilire come realmente sono andate le cose? Esiste una sola soluzione praticabile. Noi chiediamo la Creazione di una Commissione d’Indagine il cui obiettivo si quello di stabilire una volta per tutte l’esatto svolgimento e le sequenza dei fatti, individuando date, nomi e cognomi dei vari responsabili dei procedimenti, dei progetti, dei professionisti e delle Società coinvolte a vario titolo, dei contratti siglati ed ottenuti, delle azioni intraprese, dei passaggi amministrativi e politici legati e connessi a vario titolo a questa vicenda. Alla fine dei lavori di questa Commissione avremo quindi, finalmente, la vera storia. Avremo quindi la possibilità di esprimere un parere, politico, legale, morale, professionale, sull’operato di tutte le amministrazioni che hanno gestito questo progetto. Avremo quindi, qualora emergessero ipotesi di responsabilità dirette, la possibilità di mandare tutta la relazione ai magistrati inquirenti e sentire loro che ne pensano a riguardo. Come dovrebbe essere composta questa Commissione? A nostro parere, dovrebbe essere composta da:
La commissione dovrebbe avere libero accesso a tutti gli atti e documenti comunali riferiti a questa vicenda (e questo non è un problema in quanto il libero accesso agli atti pubblici è già tutelato e garantito dalle leggi vigenti). La parte importante dell’attività di questa Commissione dovrebbe svolgersi per mezzo di udienze pubbliche dove vengono invitati tutti i personaggi, implicati a vario titolo nella vicenda, a fornire la loro versione dei fatti e a rispondere alle domande del presidente della Commissione e dei suoi membri. Tutte le udienze verranno videoregistrate e messe agli atti, nonché (ovviamente) pubblicate. In questo modo ognuno avrà la possibilità di raccontare la sua verità, di motivare le sue azioni e scelte e di rispondere ai quesiti della Commissione e ogni cittadino potrà informarsi e farsi una propria idea. E’ una procedura civile, chiara, intellettualmente onesta e trasparente. Ora le vere domande sono:
E tanti saluti alla trasparenza...
1 Commento
Alberto d'Anna
6/10/2014 10:51:30 pm
Trattandosi da fatti d'acqua, la parola d'ordine data immagino sarà "annacquare"…!
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