Il Futuro e le nostre cittàPensieri in libertà di un visionario Pare che da qualche tempo l’emergenza climatica stia pian pianino entrando nei pensieri della gente comune. Sarà forse per le ondate di calore sempre più aggressive che si estendono ben oltre le nostre Alpi e che colpiscono nazioni europee poco avvezze al termometro alto, sarà perché i fenomeni atmosferici diventano sempre più estremi, sarà insomma che si inizia a toccare con mano e sulla nostra pelle questi eventi che la gente comincia a essere un pò più sensibile verso questo argomento. Compaiono sui social ricette magiche che risolveranno questi problemi in un batter d’occhio. Ricette del tipo basta costruire, piantiamo miliardi di alberi, smettiamo di mangiare carne, basta centri commerciali, torniamo a come facevano i nostri nonni, andiamo solo in bicicletta, basta viaggi in aereo, e via dicendo… Bellissimo. Tutto. Sarebbe bellissimo pensare a una vita bucolica in piccoli borghi dove il tempo è scandito dal sole e non dall’orologio, dove al mattino si sente il gallo cantare sopra il mulino bianco che sta macinando la farina del pane di domani, dove c’è tempo per fare le cose nel modo migliore, dove il denaro torna ad essere una mera unità di misura per scambiare il frutto del proprio lavoro e non vendersi la propria dignità. Ma, ma, ma…. purtroppo c’è sempre questo maledettissimo “ma” che si insinua tra i buoni propositi. Qual’è il “ma” questa volta? Ce ne sono più di uno. Il primo “ma” si riferisce al fatto che la popolazione mondiale è in continuo aumento e in futuro più del 50% della popolazione mondiale andrà a vivere proprio nelle metropoli, che al momento rappresentano proprio il posto dove la qualità della vita è la peggiore. Il secondo “ma” è che tra pochi anni non ci sarà più terreno per produrre cibo per tutti. Il terzo “ma” è che molto probabilmente non ci sarà acqua potabile per tutti. Il quarto “ma” è che questi cambiamenti climatici spingeranno intere popolazioni a migrazioni bibliche, altro che quelle di oggi. Che fare quindi? Un giorno un mio amico mi ha detto che la guerra si fa con le armi che hai e non con quelle che vorresti avere. Bene, questo è un buon punto di partenza. Cominciamo a vedere quali armi abbiamo a disposizione per cambiare questa situazione. Abbiamo la tecnologia, la più sofisticata che l’uomo abbia mai avuto a disposizione nella storia dell’umanità. Abbiamo la scienza multidisciplinare, idem come sopra. Abbiamo i soldi. Tanti. Abbiamo l’energia e la possiamo produrre direttamente dove serve. Abbiamo l’intelligenza. Certo, la sfida è enorme, ma non mi pare che si parta disarmati. Ma purtroppo non basta miscelare adeguatamente questi elementi per creare il cocktail vincente. Manca ancora qualche ingrediente importante. Manca una nuova visione del futuro, manca la volontà politica di realizzarla e manca la consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo. Con queste poche righe mi piacerebbe dare un piccolissimo contributo a rendere un pochino più consapevole tu che mi stai leggendo sul periodo storico in cui stiamo vivendo e cosa dovremo fare per sperare di lasciare ai nostri figli un mondo meno disastrato di com’è adesso. Prendiamo il capitolo città/metropoli/megalopoli. Le città di oggi, inevitabilmente nei prossimi anni diverranno metropoli, mentre le metropoli diverranno megalopoli, in quanto punti di attrazione dei flussi migratori interni ed esterni a un Paese. Abbiamo già oggi megalopoli che arrivano ad avere 24.000.000 di abitanti come Città del Messico oppure 23.000.000 come l’area metropolitana di New York o anche 37.000.000 di abitanti per l’area della grande Tokyo. I numeri sono davvero impressionanti, tanto più impressionanti se si pensa che a questi 23.000.000 di Newyorkesi ogni giorno bisogna loro assicurare, acqua per lavarsi e per bere, cibo, energia, telecomunicazioni, mobilità, salute, istruzione, sicurezza, ecc. Da dove arriva tutto il cibo? Arriva da fuori, naturalmente. Arriva dagli altri stati americani, ma arriva anche dal Sud America, dall’Asia e dall’Europa. Immaginate quante navi, quanti aerei, quanti camion si muovono ogni giorno solo per assicurare cibo e acqua a 23.000.000 di persone. Qui cominciamo a capire la differenza tra un pomodoro importato dall’Argentina e uno prodotto a Kilometro zero direttamente in un orto urbano a New York. Questa visione comincia a prendere forma facendo intravedere delle isole di auto-produzione di frutta, verdura, ortaggi e animali da cortile, isole di produzione realizzate all’interno dei quartieri in cui questi prodotti verranno consumati. Ed ecco che la visione comincia a mostrare altre immagini che non sfuggono alle menti più aperte. Vediamo che la forma/funzione del vecchio condominio non è più adatta a implementare e supportare questo nuovo modello di compartecipazione alla produzione di beni essenziali. Vediamo che nuovi spazi vengono progettati per contenere le nuove funzioni nate nella comunità urbana e la vecchia unità condominiale si trasforma e si evolve in un nuovo modello di convivenza e compartecipazione alla micro-comunità appena nata. Vediamo sempre più chiaramente dei complessi edilizi che al loro interno ospitano unità di produzione agroalimentare e zootecnica, spazi dedicati alla lavorazione dei prodotti, alla loro conservazione e distribuzione. All’interno di queste nuove strutture comunitarie cominciano a crearsi attività correlate non solo alle nuove produzioni, ma anche alle attività di supporto alla comunità: spazi per la socializzazione, il divertimento, la formazione e istruzione. Le visioni si allargano e mostrano serre e orti idroponici con rese per superficie molto superiori alle serre classiche utilizzando quantità minime di acqua, tetti verdi e organizzati per l’avicoltura e la zootecnia, sistemi fotovoltaici ed eolici in grado di produrre e immagazzinare tutta l’energia necessaria alla vita della comunità. Vediamo organismi edilizi in grado di produrre più energia di quanta gliene serve e quindi condividerla con altri organismi edilizi limitrofi. Vediamo costruzioni che non solo non rubano spazio alla città, ma ne aumentano la superficie verde formando delle vere e proprie colonie di biodiversità vegetale e animale che combattono il fenomeno delle isole di calore tipiche delle grandi città. E la visione ormai si allarga a vista d’occhio: si vedono questi interi quartieri completamente ridisegnati, dove i vecchi capannoni industriali ormai vuoti vengono riutilizzati per nuove attività sia sociali che commerciali, dove la mobilità diventa dolce e a impatto zero, dove spostarsi con la macchina non è più una necessità, ma una scelta sempre meno apprezzata e utile. Vediamo questi quartieri che riprendono vita, una vita fatta di piccole attività, di riscoperta di vecchi mestieri e arti, di rapporti umani veri ed empatici, vediamo che gli abitanti di questi quartieri riscoprono la qualità del tempo e del vivere rispettando i tempi della natura... Ora immaginiamo che questo piccolo quartiere si moltiplichi in tutte le città e le megalopoli del mondo. In un attimo scomparirebbero moltissimi aerei, moltissime navi, scomparirebbero tantissime automobili e camion, scomparirebbero molte centrali elettriche, scomparirebbero le emissioni inquinanti prodotte delle case, il traffico si dimezzerebbe, le isole di calore delle città sparirebbero, l’aria sarebbe più pulita e il rumore del traffico sarebbe sostituito dal silenzio. L’uomo tornerebbe a essere umano. Fantascienza? No. Tutto quanto descritto è attuabile e realizzabile fin da ora. Tutto quanto descritto è solo una piccola parte di una rivoluzione culturale che, ci piaccia o no, saremo obbligati a fare se vorremo sopravvivere su questo pianeta. Non si tratta quindi di smettere di costruire, non è questione di quantità ma di qualità: utilizzare materiali a basso impatto ambientale ed energetico, applicare sistemi tecnologici che permettano un uso efficiente delle risorse, realizzare strutture edilizie di nuova concezione che supportino e contengano le funzioni necessarie alle nuove comunità urbane, adeguare le normative esistenti per premiare ed incentivare nuove attività legate all'economia circolare.
Non si tratta nemmeno di rinunciare a quello che di buono il genere umano ha fin qui prodotto. Non si tratta di tornare indietro al medioevo, anzi si tratta di utilizzare meglio tutte le conoscenze e le tecnologie che abbiamo prodotto nel corso di tutta l’evoluzione del genere umano. Si tratta di fare un salto di qualità e di riappropriarci del nostro destino e della nostra dignità di esseri umani. Si tratta di avere coraggio. Coraggio di alzare la testa e tornare a guardare lontano, verso un nuovo orizzonte. Allora, ricapitolando, la visione ce l’abbiamo, la consapevolezza del momento storico è lì a portata di mano. Per la volontà politica..... Mi pare che in Italia esiste un movimento nato e creato da due visionari.... Flavio Villotta
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Forse qualche lettore avrà qualche reminiscenza scolastica di questo termine. Sui libri di scuola la cartina tornasole è stato da sempre un classico delle pagine di scienze. Del resto quella magica striscia di carta che, a seconda del grado di acidità del liquido nel quale veniva immersa assumeva varie colorazioni, ha sempre colpito la fantasia di molti scolari. La cartina tornasole aveva un pregio: quello di definire univocamente e inconfutabilmente le caratteristiche della sostanza esaminata. Ieri sera, durante il consiglio comunale a Cesano Boscone, abbiamo utilizzato una cartina tornasole politica sull’ambiente. Ieri sera si è infatti discussa la nostra mozione “nuove costruzioni a zero emissioni” che aveva come obiettivo quello di impegnare sindaco e giunta a far ridurre a zero le emissioni inquinanti delle nuove costruzioni, obbligando I costruttori a realizzarle seguendo i criteri delle “case passive”. Per i non addetti ai lavori, con il termine “case passive” si identificano quelle case nelle quali il benessere termico viene assicurato senza, o con una minima fonte energetica interna. La casa passiva riduce quindi quasi a zero l'inquinamento immesso nell'ambiente. In una regione dove la qualità dell'aria è tra le peggiori d'Europa ci sembrava un segnale politico forte e un cambio di passo rispetto al passato. Ebbene, al termine della presentazione della mozione da parte del nostro consigliere Insinsola, la discussione si è sostanzialmente incanalata sull’eccessivo tecnicismo inserito nella mozione, sulla quale l’assemblea non aveva le competenze per votare. Il presidente Bianco, per correttezza, ha chiarito che le mozioni dell'assemblea hanno comunque un valore esclusivamente politico e possono essere modificate oltre che applicate nei successivi tavoli tecnici. Tutti comunque a concordare sul fatto che la mozione era importante e toccava la sensibilità ambientale di tutti coloro che hanno preso la parola. Il tema quindi era condiviso anche tra i banchi della maggioranza ma, purtroppo, ahinoi, così su due piedi non era possibile nemmeno emendarlo. Morale della favola: A favore hanno votato:
Prima della discussione della mozione “nuove costruzioni a zero emissioni” (nota bene, depositata il 6/6/2017) era stata esaminata e discussa un’altra nostra mozione che chiedeva di dare la cittadinanza onoraria al giudice Di Matteo, per la sua attività antimafia. La mozione ha riscosso plauso da parte di tutti i gruppi consiliari, ma non solo: il gruppo PD ha proposto un emendamento per dare la cittadinanza onoraria anche al giudice Gratteri per la sua attività di contrasto alla ‘ndrangheta calabrese. Emendamento accettato da tutti e votato all’unanimità, a dimostrazione del fatto che, se si vuole e se si condividono gli orientamenti, si può lavorare sulle mozioni (che vengono sempre trasmesse a tutti i gruppi consiliari con largo anticipo) per emendarle, prima della discussione in aula. Addirittura, in un impeto di fairplay politico, sarebbe possibile contattare il gruppo proponente e concordare alcune modifiche da votare congiuntamente in consiglio comunale…. ma questo a Cesano è fantascenza. Possiamo ora tornare alla mozione “nuove costruzioni a zero emissioni” e porci le seguenti domande:
Ecco la cartina tornasole. Lasciamo che sia l’intelligenza del lettore a dare le risposte su chi e perché abbia votato NO. Comunque sia tenete a mente l’esito della votazione: chi ha votato a favore, chi ha votato contro e chi …. si è astenuto, senza nemmeno sforzarsi di darne una motivazione. Tenetelo bene a mente quando in periodo di elezioni comunali vi parleranno di sensibilità ambientalista, qualità dell’aria, difesa della salute dei cittadini. … E ricordatevi della cartina di tornasole. Inseriamo qui di seguito la trascrizione dell’intervento del nostro consigliere Insinsola Qualche considerazione sulla mozione appena presentata.
Prima di entrare nello specifico della nostra proposta è bene inquadrare la situazione di Cesano Boscone. Primo dato: L’ Agenzia Europea per l’Ambiente ha classificato nel 2013 la pianura padana, e in special modo la Lombardia, come la zona tra le più più inquinate d’Europa. Secondo dato: L’ARPA della Lombardia, nel suo “Rapporto 2015 sulla qualità dell’aria della città metropolitana di Milano” ha individuato l’area milanese quella con la più alta concentrazione di particelle inquinanti della Lombardia (vedi “” ARPA Lombardia 2015) quali il Biossido di zolfo, gli Ossidi di Azoto, il Monossido di carbonio, l’Ozono, il Benzene, il Particolato atmosferico disperso PM10; Terzo dato: Sempre L’ Agenzia Europea per l’Ambiente, nel suo rapporto Air quality in Europe del 2015, ha individuato come i settori Commerciale, Industriale e Residenziale siano quelli che maggiormente contribuiscono fino al 73% del totale delle emissioni degli agenti inquinanti e fino al 47% delle emissioni di CO2 Quali considerazione trarre da questi tre dati?
La possibilità di costruire ancora, di cementificare ancora è legata a scelte sicuramente politiche ed al PGT vigente, e qualunque sara’ l’esito della Variante al PGT a Cesano si costruirà ancora. Non è questa la sede adatta per discutere di questo tema, ma invece è la sede giusta per prendere una decisione politica chiara e forte. E’ la sede per mandare un segnale forte di cambiamento sul tema dell’ambiente e della qualità degli edifici che dovranno essere costruiti nel futuro a Cesano (tanti o pochi che siano). Alcuni diranno che la realtà di Cesano è troppo piccola per fare la differenza. Pero’ se facciamo questo ragionamento anche fare la differenziata spinta e praticamente inutile se confrontati con citta’ come Palermo di ben 670000 abitanti dove la raccolta differenziata e’ appena al 21% ed altri comuni piu’ grandi non stanno per niente bene. Altri diranno che oramai a Cesano si è costruito quasi tutto… (piccola parentesi: sarebbe utile e interessante sapere quanti metri quadri restano da edificare tra quelli previsti dal PGT. A tal proposito abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti e aspettiamo una risposta dall’ufficio tecnico uffici.) Altri ancora diranno che gli standard di costruzione previsti dalla Regione Lombardia sono già molto elevati. A queste obiezioni si può rispondere chiedendoci perché non può essere una piccola realtà metropolitana a lanciare un segnale coraggioso di cambiamento e di sensibilità ambientale? Perché non può essere Cesano Boscone a lanciare una provocazione alla grande Milano sul tema delle migliori pratiche ambientali? Per inciso sottolineiamo che questa nostra proposta è a costo zero per le casse comunali. Costo zero per le casse di qualunque comune. Anche se gli standard Regionali sono elevati, non è detto che non si possano ulteriormente elevare. Lo sviluppo delle tecnologie e delle tecniche costruttive ci permette fin d’ora di puntare più in alto. Ora entriamo nello specifico della proposta. Cosa sono le case passive? Una casa passiva è un edificio che copre la maggior parte del suo fabbisogno di energia per riscaldamento e raffrescamento ambientale interno ricorrendo a dispositivi passivi. Una casa passiva è dunque un'abitazione che assicura il benessere termico senza o con una minima fonte energetica di riscaldamento interna all'edificio. Non sono necessari impianti di riscaldamento e raffrescamento "convenzionali", niente caldaie e termosifoni, niente condizionatori o sistemi analoghi. Si tratta dunque di una casa che massimizza l'efficienza energetica. Una casa passiva, o a energia quasi zero è quindi una costruzione che, utilizzando materiali e tecnologie adatte, criteri di progettazione bioclimatica, tecnologiche sostenibili è in grado di raggiungere quello standard di emissioni quasi zero previste dalla nostra proposta. E’ in grado quindi di lasciare un'impronta energetica e di emissioni uguale a zero. Ma facciamo un esempio quantitativo: Un edificio in classe “A” consuma circa 30 kwh/mq all’anno. Immaginiamo che siano da edificare 40.000 mq di nuove costruzioni tutte in classe “A”. Avremo quindi un consumo annuo totale di 120.000 litri di gasolio, che a sua volta produce 318.000 kg di CO2. Circa 320 tonnellate. 320 tonnellate di CO2 prodotte ogni anno, che si sommano a quelle dell’anno precedente e degli anni precedenti. O se preferite avremmo 394.000 mc di metano bruciato nell’aria. O se preferite un cubo di 73 metri di lato alto come un palazzo di 24 piani pieno di metano. Sempre ogni anno. E stiamo parlando solamente di emissioni di gas serra (CO2) senza considerare le relative emissioni di Biossido di zolfo, gli Ossidi di Azoto, il Monossido di carbonio, l’Ozono, il Benzene, il Particolato atmosferico disperso PM10. E qui scatta subito l’obiezione: ma io ho il riscaldamento e il condizionamento elettrico e non inquino. In realtà, in Italia la produzione di energia elettrica “pulita” e cioè generata da fonti rinnovabili, si attesta attorno al 33% del totale prodotto in Italia. Anche utilizzando energia elettrica non faremmo quindi altro che spostare la produzione di CO2 e altri inquinanti da Cesano in un’altra parte d’Italia. Questo è un errore di miopia ambientale che non dobbiamo fare. I problemi non si risolvono scaricandoli da un’altra parte. Come forse chi ha avuto la curiosità e la pazienza di leggere la nostra mozione si sarà reso conto, abbiamo lasciato un residuo di consumo energetico pari a 3 kwh/mq/anno che può essere autoprodotto con pannelli fotovoltaici o altre forme di generazione di energie da fonti rinnovabili. Questo ci porta ad un’altra importante considerazione. Con questo provvedimento il Comune di Cesano potrebbe portarsi all’avanguardia in Italia per la realizzazioni di edifici “off grid” ovvero di edifici che generano autonomamente l’energia di cui necessitano senza essere collegati alle reti di distribuzione nazionali. Anche qui lo sviluppo di tecnologie legate allo stoccaggio locale dell’energia prodotta ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, tali da consentire l’autoproduzione e stoccaggio dell’energia necessaria a costi economicamente sostenibili. Per comprendere il potenziale di questa proposta è necessario avere una visione d’insieme che va oltre la contingenza quotidiana delle richieste particolari di questo o quel portatore di interessi, oltre le normali dinamiche della ricerca del consenso utile ai fini elettorali. E’ necessario uscire dalle logiche di schieramento e pensare in termini di bene comune. E’ necessario immaginare un futuro diverso per Cesano Boscone. Non si tratta quindi di decidere se costruire ancora o no. Si tratta di costruire sempre meglio e in maniera sempre più efficiente, rispettando il territorio urbano e l’ambiente naturale in cui viviamo. Possiamo farlo. Possiamo decidere assieme tempi e modi per implementare questa proposta incardinandola, ad esempio, in Commissione Territorio per modificare il Regolamento Edilizio Comunale nelle relative Norme Tecniche di Attuazione. Quello che dobbiamo registrare oggi è la volontà politica di andare avanti su questa strada, volontà che ognuno di voi consiglieri dovrà esprimere, prendendosi le proprie responsabilità verso le future generazioni. Questo è il motivo per cui oggi abbiamo la speranza di coinvolgere tutti coloro che in questo consiglio hanno una forte sensibilità ambientale, a prescindere dal gruppo politico di appartenenza, tutti quelli che hanno la capacità di guardare avanti, di preparare un futuro migliore per Cesano e di tracciare la strada per gli altri Comuni dimostrando che l’utopia, smette di esserlo quando si comincia a fare qualcosa per raggiungerla. Grazie Domanda: Quanti di noi sanno di vivere in una delle zone più inquinate d’Europa? La solita sparata allarmistica dei grillini? Non proprio. L’ARPA Lombardia, nel suo “Rapporto sulla qualità dell’aria della città metropolitana di Milano” ha decretato che quella Milanese è diventata l’area con la più alta concentrazione di particelle inquinanti della Lombardia con presenze di inquinanti quali il Biossido di zolfo, gli Ossidi di Azoto, il Monossido di carbonio, l’Ozono, il Benzene, le polveri sottili (PM10 e PM2,5). Ma ahinoi non deteniamo solamente il primato dell’inquinamento lombardo, dato che la Lombardia risulta l’area più inquinata dell’intera Europa (fonte: European Environmental Agency - Air quality in Europe del 2016). La stessa Agenzia Europea ha individuato come i settori Commerciale, Industriale e Residenziale siano quelli che maggiormente contribuiscono fino al 73% del totale delle emissioni degli agenti inquinanti e fino al 47% delle emissioni di CO2. CI Governi italiani che via via in questi anni si sono succeduti, hanno tutti confermato la volontà di mettere mano alla questione. Lo testimoniano i numerosi trattati e impegni internazionali che l’Italia ha preso. Ne ricordiamo solo alcuni, come ad esempio l’adesione al Protocollo di Kyoto, il Piano Europa 2020 approvato dalla Unione Europea, la Conferenza sul Clima di Parigi, tutti accordi e impegni in materia ambientale volti a ridurre le emissioni dei gas serra, aumentare l’efficienza energetica, con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale dell’intero pianeta.
Tutte le istituzioni sono quindi chiamate a fare la loro parte per fronteggiare questo problema che, come abbiamo letto qui sopra, è ancora più grave nei nostri territori. Dallo stato nazionale fino all’ultimo comune italiano, ognuno, nelle sue possibilità, deve muoversi e FARE qualcosa per arrestare questo disastro ambientale. Che cosa può fare in concreto il comune di Cesano Boscone? Solo un breve rimando alla Legge Regionale 12/2005, che prevede che i Comuni debbano redigere il Piano di Governo del Territorio (PGT), lo strumento di pianificazione comunale che ha sostituito il vecchio Piano Regolatore Generale (PRG). Il PGT delinea lo sviluppo futuro della città in tutti i suoi ambiti fondamentali: i servizi per i cittadini, gli spazi verdi, la residenza pubblica e privata, i beni paesaggistici e naturali, i settori produttivi e commerciali, ecc. Il PGT a Cesano Boscone è già in vigore e ciò di cui si sta parlando in questi giorni è la variante 2016/2017. Siamo sicuri che in sede di PGT locale sentirete proclami e auspici provenire sia dai banchi della maggioranza che da quelli della minoranza del tipo “consumo zero del territorio”, “basta cemento”, “non un mattone in più a Cesano, lo giuro” “vogliamo una Cesano più verde” e così via. Il sindaco, dal canto suo, molto probabilmente proclamerà che non verrà costruito un metro cubo in più di quanto previsto dal vecchio PGT. E molto probabilmente dirà la verità. Quello che il nostro sindaco si dimenticherà di puntualizzare è che il PGT attuale non è completamente realizzato, il che vuol dire che esistono a Cesano proprietari i cui terreni hanno acquisito legalmente il diritto a costruire secondo le prescrizioni regolamentari e di legge, ma non hanno ancora costruito. Se in futuro quindi vedrete altri cantieri di edifici in costruzione, sappiate che il sindaco non vi ha mentito. Si è solo scordato di dirvi che quel palazzo aveva già acquisito il diritto a costruire, ma doveva essere ancora costruito. Avremo così altre costruzioni che, del tutto legalmente, aumenteranno la produzione di particelle inquinanti aggravando la situazione già pericolosamente compromessa. Vi chiederete, ma allora cosa può fare il sindaco? Ha le mani legate? Non può certo cancellare un diritto acquisito a costruire di un proprietario di un terreno… E’ vero, non può bloccare la costruzione delle volumetrie già concesse, ma può benissimo bloccare le emissioni di inquinanti che queste nuove costruzioni produrranno. Come fare? Basta inserire nel Regolamento Edilizio Comunale (o nel Piano delle Regole del PGT, va bene lo stesso...) una norma che obbliga a realizzare tutte le nuove costruzioni a emissioni Zero, ossia che l’energia da loro consumata dovrà essere prodotta interamente da fonti rinnovabili e ancora meglio se in loco. Tutte le nuove costruzioni, inoltre, (residenziale, terziario, commerciale, industriale) non potranno superare un consumo energetico massimo di 3 kwh/mq/anno. In questo modo, almeno, ridurremo praticamente a zero l’aumento degli inquinanti nella nostra aria cesanese, anche con l’edificazione delle nuove costruzioni già previste dal PGT. E’ una iniziativa che non costa nulla all’amministrazione comunale e si muove in linea con tutte le direttive e accordi internazionali firmati negli ultimi 15 anni dal governo italiano e soprattutto fa un gran bene ai polmoni di tutti i cittadini Cesanesi. Il Movimento 5 Stelle di Cesano Boscone ha presentato in tal senso una mozione che va esattamente in questa direzione e sarà discussa in uno dei prossimi consigli comunali. Sarebbe bello se questa giunta e questa maggioranza avesse la sensibilità e la lungimiranza di prendere una volta tanto una decisione saggia nel nome della salute dell’intera comunità. Sarebbe bello….. E comunque se non lo facesse, questa proposta sarà uno dei nostri primi punti del nostro prossimo programma di governo di Cesano Boscone. Cominciate a prendere appunti. |
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Giugno 2020
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