Moneta Complementare
La nostra proposta
Proponiamo la creazione da parte del Comune di Cesano Boscone di una Moneta Complementare che chiameremo provvisoriamente Credito Comunale.
Premessa
Prima di affrontare di petto questa idea è necessario fare un po' di chiarezza sull'argomento e comprendere bene l'oggetto della discussione.
Bisognerebbe infatti partire dalla definizione stessa di moneta, come è nata e come si è evoluta nel tempo, l'utilizzo del denaro e come l'economia attuale lo abbia trasformato in una merce anziché uno strumento di scambio di beni e servizi.
Non ci sembra questa la sede adatta e idonea a dipanare una così complessa matassa, ma ci sembra utile per tutti inquadrare anche grossolanamente la situazione.
Vediamo quindi di cosa stiamo per parlare: si parla di Moneta Complementare e di Barter Trading (come lo chiamano gli inglesi). Diciamo subito che non c'è niente di "rivoluzionario" o di "new age" in tutto ciò tant'è che sistemi di questo tipo funzionano (e bene sin dal 1934) nella vicina Svizzera che, come tutti sanno, di soldi e di come gestirli, qualche esperienza ne hanno, nel bene e nel male.
La crisi economico-finanziaria e le sue devastanti conseguenze sta suscitando un interesse sempre maggiore nei confronti di sistemi monetari alternativi/complementari ovvero di sistemi di scambi non monetari per sviluppare l'economia dei Paesi colpiti dalle inadeguate politiche bancarie e finanziarie.
Accanto alle organizzazioni che promuovono e favoriscono l'utilizzo di monete complementari e locali si affiancano società che hanno sviluppato un business in grado di appoggiare e accrescere lo sviluppo e il potenziale economico delle imprese a corto di liquidità, senza imporre loro alcun esborso monetario: il barter o corporate barter o barter trading, cioè lo scambio multilaterale di beni o servizi in compensazione tramite il quale le imprese associate ad un circuito acquistano beni e servizi assumendo debiti (a tasso zero) nei confronti del circuito stesso che potranno saldare successivamente (acquisto a costo zero con pagamento non monetario posticipato) con la vendita di beni e servizi propri.
In questo meccanismo non è necessario l'utilizzo di moneta poiché gli associati usufruiscono di conti virtuali in cui annotano i propri debiti e crediti che non generano alcun interesse.
Oggi molte realtà si affiancano come sistema di scambio e pagamento complementare a quello tradizionale: ne è un esempio Banca WIR nata nel 1934 in Svizzera che permette finanziamenti e investimenti in valute CHF e CHW, cioè franchi svizzeri e Wir svizzeri (moneta complementare) e funge anche da mediatore di barter verso 60.000 imprese. Oggi i principali attori dell'intermediazione in barter sono riuniti nell'IRTA (International Reciprocal Trade Association), associazione non profit volta a promuoverne l'attività a livello mondiale.
Le valute complementari sono strumenti di scambio con cui è possibile scambiare beni e servizi affiancando il denaro ufficiale (rispetto al quale sono appunto complementari).
Solitamente le valute complementari non hanno corso legale e sono accettate su base volontaria, ciò contribuisce al loro aspetto identitario, cioè al loro identificare la comunità all'interno della quale sono usate alla stregua dei vantaggi di una tessera associativa.
Un sistema di valuta complementare è infatti accettato e utilizzato all’interno di un gruppo, di una rete, di una comunità per facilitare e favorire lo scambio di merci, la circolazione di beni e servizi all’interno di quella rete sociale, rispetto al resto della comunità.
Per comprendere le ragioni che danno vita a un sistema di valuta complementare, è utile rifarsi al significato antico del denaro:
Il denaro è un accordo all’interno di una comunità che accetta di utilizzare "qualcosa" come bene di scambio riconosciuto.
“Le valute complementari si collocano quindi come “sistemi di accordo” all’interno di una comunità e vengono utilizzate proprio a questi fini. Esse promuovono la pianificazione a lungo termine, stimolando i partecipanti al circuito a investire in attività produttive connesse, piuttosto che nell’accumulo di denaro e incoraggiano gli scambi e la cooperazione con la propria rete di aderenze, attraverso la circolazione del bene di scambio a cui, solitamente, viene attribuito un valore etico e ideale.”
Obiettivi
Riteniamo interessante sperimentare questa tipologia di "moneta alternativa" a livello comunale o di consorzio intercomunale, dove siano i Consigli Comunali a dare inizio all'operazione, dopo avere stipulato accordi di cooperazione/collaborazione con le associazioni locali dei commercianti, liberi professionisti, piccole e medie imprese, artigiani.
Proponiamo la creazione da parte del Comune di Cesano Boscone di una Moneta Complementare che chiameremo provvisoriamente Credito Comunale.
La Proposta
Questa moneta complementare viene accettata su base volontaria dai cittadini secondo le modalità tipiche del barter trading (vedi post precedente). E’ una moneta che è equivalente al valore dell’Euro, ma non può essere convertita né in Euro né in altra Valuta, non produce interessi e si propone esclusivamente come unità di scambio di merci e servizi nelle aree e presso gli esercizi commerciali, artigiani, professionisti che aderiscono al progetto Credito Comunale.
Affinchè questo Credito Comunale (in seguito chiamato CC) abbia un reale valore commisurato ad un effettivo lavoro svolto e quindi ad una reale ricchezza prodotta, c’è bisogno di trovare un Ente Pubblico in grado di assicurarne il controllo la gestione e la diffusione.
Studio di Fattibilità
Il primo passo è senza dubbio quello di svolgere uno studio di fattibilità in modo da individuare le eventuali criticità di sistema e trovare le soluzioni più adatte alla realtà di Cesano Boscone.
Quali sono le risorse che abbiamo a disposizione per questo primo step?
Non dobbiamo dimenticare (come quasi sempre invece ahimé accade) che viviamo alle porte di una città come Milano dove sono presenti moltissime eccellenze e centri studi di primaria importanza. Per rispondere alle necessità di questi problemi abbiamo molte opzioni e possiamo “bussare” alle porte di (tanto per citare i primi che vengono in mente):
Con alcune di queste realtà si potrebbe così stipulare un accordo di collaborazione per lo sviluppo del progetto, connesso ad attività di studio e ricerca condotto da un gruppo di studenti e ricercatori interessati alla materia, con l’obiettivo di creare un modello operativo (elaborazione teorica, progettazione, realizzazione, gestione e studio dei dati) e il suo monitoraggio nel tempo. Lo studio dei flussi e dei movimenti di questa moneta elettronica sarà importantissimo per apportare aggiustamenti e correzioni nel tempo in modo da ottimizzare il suo uso e la sua funzione nel territorio e per corroborare con dati scientifici l’impianto teorico di partenza.
Per attuare un progetto di questa articolazione e impatto sono necessari una serie di step che appartengono a vari ambiti tra i quali ricordiamo quello economico, quello sociale, quello giuridico e quello tecnologico.
Considerazioni
Resta da sottolineare il fatto che l’istituzione di questa moneta complementare è solamente il primo passo per la creazione ed attivazione di innumerevoli iniziative territoriali, tutte legate alla comunità e al suo sviluppo di relazioni sociali che agiscono al suo interno. Lo scambio equivalente al baratto innesca una serie di ricadute volte a ricondurre la moneta come mera unità di misura di uno scambio di beni e servizi e non più come all’obiettivo finale della sua accumulazione.
La moneta complementare, infatti, non produce interessi e ha valore solamente quando viene scambiata, quando permette alle persone di acquisire beni e servizi senza l’intermediazione (sempre onerosa come tutti noi sappiamo!) delle banche.
Questa moneta complementare non vuole porsi in maniera alternativa o antitetica alla moneta che attualmente utilizziamo, ma è un tentativo di creazione di un collante sociale e un catalizzatore di progettualità locali sostenibili dalla stessa comunità.
Costi
Da valutare
Benefici
Maggiore trasparenza, più facile accesso ai dati e al controllo da parte dei cittadini.
Prima di affrontare di petto questa idea è necessario fare un po' di chiarezza sull'argomento e comprendere bene l'oggetto della discussione.
Bisognerebbe infatti partire dalla definizione stessa di moneta, come è nata e come si è evoluta nel tempo, l'utilizzo del denaro e come l'economia attuale lo abbia trasformato in una merce anziché uno strumento di scambio di beni e servizi.
Non ci sembra questa la sede adatta e idonea a dipanare una così complessa matassa, ma ci sembra utile per tutti inquadrare anche grossolanamente la situazione.
Vediamo quindi di cosa stiamo per parlare: si parla di Moneta Complementare e di Barter Trading (come lo chiamano gli inglesi). Diciamo subito che non c'è niente di "rivoluzionario" o di "new age" in tutto ciò tant'è che sistemi di questo tipo funzionano (e bene sin dal 1934) nella vicina Svizzera che, come tutti sanno, di soldi e di come gestirli, qualche esperienza ne hanno, nel bene e nel male.
La crisi economico-finanziaria e le sue devastanti conseguenze sta suscitando un interesse sempre maggiore nei confronti di sistemi monetari alternativi/complementari ovvero di sistemi di scambi non monetari per sviluppare l'economia dei Paesi colpiti dalle inadeguate politiche bancarie e finanziarie.
Accanto alle organizzazioni che promuovono e favoriscono l'utilizzo di monete complementari e locali si affiancano società che hanno sviluppato un business in grado di appoggiare e accrescere lo sviluppo e il potenziale economico delle imprese a corto di liquidità, senza imporre loro alcun esborso monetario: il barter o corporate barter o barter trading, cioè lo scambio multilaterale di beni o servizi in compensazione tramite il quale le imprese associate ad un circuito acquistano beni e servizi assumendo debiti (a tasso zero) nei confronti del circuito stesso che potranno saldare successivamente (acquisto a costo zero con pagamento non monetario posticipato) con la vendita di beni e servizi propri.
In questo meccanismo non è necessario l'utilizzo di moneta poiché gli associati usufruiscono di conti virtuali in cui annotano i propri debiti e crediti che non generano alcun interesse.
Oggi molte realtà si affiancano come sistema di scambio e pagamento complementare a quello tradizionale: ne è un esempio Banca WIR nata nel 1934 in Svizzera che permette finanziamenti e investimenti in valute CHF e CHW, cioè franchi svizzeri e Wir svizzeri (moneta complementare) e funge anche da mediatore di barter verso 60.000 imprese. Oggi i principali attori dell'intermediazione in barter sono riuniti nell'IRTA (International Reciprocal Trade Association), associazione non profit volta a promuoverne l'attività a livello mondiale.
Le valute complementari sono strumenti di scambio con cui è possibile scambiare beni e servizi affiancando il denaro ufficiale (rispetto al quale sono appunto complementari).
Solitamente le valute complementari non hanno corso legale e sono accettate su base volontaria, ciò contribuisce al loro aspetto identitario, cioè al loro identificare la comunità all'interno della quale sono usate alla stregua dei vantaggi di una tessera associativa.
Un sistema di valuta complementare è infatti accettato e utilizzato all’interno di un gruppo, di una rete, di una comunità per facilitare e favorire lo scambio di merci, la circolazione di beni e servizi all’interno di quella rete sociale, rispetto al resto della comunità.
Per comprendere le ragioni che danno vita a un sistema di valuta complementare, è utile rifarsi al significato antico del denaro:
Il denaro è un accordo all’interno di una comunità che accetta di utilizzare "qualcosa" come bene di scambio riconosciuto.
“Le valute complementari si collocano quindi come “sistemi di accordo” all’interno di una comunità e vengono utilizzate proprio a questi fini. Esse promuovono la pianificazione a lungo termine, stimolando i partecipanti al circuito a investire in attività produttive connesse, piuttosto che nell’accumulo di denaro e incoraggiano gli scambi e la cooperazione con la propria rete di aderenze, attraverso la circolazione del bene di scambio a cui, solitamente, viene attribuito un valore etico e ideale.”
Obiettivi
Riteniamo interessante sperimentare questa tipologia di "moneta alternativa" a livello comunale o di consorzio intercomunale, dove siano i Consigli Comunali a dare inizio all'operazione, dopo avere stipulato accordi di cooperazione/collaborazione con le associazioni locali dei commercianti, liberi professionisti, piccole e medie imprese, artigiani.
Proponiamo la creazione da parte del Comune di Cesano Boscone di una Moneta Complementare che chiameremo provvisoriamente Credito Comunale.
La Proposta
Questa moneta complementare viene accettata su base volontaria dai cittadini secondo le modalità tipiche del barter trading (vedi post precedente). E’ una moneta che è equivalente al valore dell’Euro, ma non può essere convertita né in Euro né in altra Valuta, non produce interessi e si propone esclusivamente come unità di scambio di merci e servizi nelle aree e presso gli esercizi commerciali, artigiani, professionisti che aderiscono al progetto Credito Comunale.
Affinchè questo Credito Comunale (in seguito chiamato CC) abbia un reale valore commisurato ad un effettivo lavoro svolto e quindi ad una reale ricchezza prodotta, c’è bisogno di trovare un Ente Pubblico in grado di assicurarne il controllo la gestione e la diffusione.
Studio di Fattibilità
Il primo passo è senza dubbio quello di svolgere uno studio di fattibilità in modo da individuare le eventuali criticità di sistema e trovare le soluzioni più adatte alla realtà di Cesano Boscone.
Quali sono le risorse che abbiamo a disposizione per questo primo step?
Non dobbiamo dimenticare (come quasi sempre invece ahimé accade) che viviamo alle porte di una città come Milano dove sono presenti moltissime eccellenze e centri studi di primaria importanza. Per rispondere alle necessità di questi problemi abbiamo molte opzioni e possiamo “bussare” alle porte di (tanto per citare i primi che vengono in mente):
- Università Statale (Economia)
- Università Bocconi (Economia e aspetti legati alla legislazione monetaria esistente)
- Università Cattolica (Idem come sopra)
- Politecnico di MIlano (Ingegneria gestionale, Sistemi reti e servizi telematici, ICT Community Solutions)
Con alcune di queste realtà si potrebbe così stipulare un accordo di collaborazione per lo sviluppo del progetto, connesso ad attività di studio e ricerca condotto da un gruppo di studenti e ricercatori interessati alla materia, con l’obiettivo di creare un modello operativo (elaborazione teorica, progettazione, realizzazione, gestione e studio dei dati) e il suo monitoraggio nel tempo. Lo studio dei flussi e dei movimenti di questa moneta elettronica sarà importantissimo per apportare aggiustamenti e correzioni nel tempo in modo da ottimizzare il suo uso e la sua funzione nel territorio e per corroborare con dati scientifici l’impianto teorico di partenza.
Per attuare un progetto di questa articolazione e impatto sono necessari una serie di step che appartengono a vari ambiti tra i quali ricordiamo quello economico, quello sociale, quello giuridico e quello tecnologico.
Considerazioni
Resta da sottolineare il fatto che l’istituzione di questa moneta complementare è solamente il primo passo per la creazione ed attivazione di innumerevoli iniziative territoriali, tutte legate alla comunità e al suo sviluppo di relazioni sociali che agiscono al suo interno. Lo scambio equivalente al baratto innesca una serie di ricadute volte a ricondurre la moneta come mera unità di misura di uno scambio di beni e servizi e non più come all’obiettivo finale della sua accumulazione.
La moneta complementare, infatti, non produce interessi e ha valore solamente quando viene scambiata, quando permette alle persone di acquisire beni e servizi senza l’intermediazione (sempre onerosa come tutti noi sappiamo!) delle banche.
Questa moneta complementare non vuole porsi in maniera alternativa o antitetica alla moneta che attualmente utilizziamo, ma è un tentativo di creazione di un collante sociale e un catalizzatore di progettualità locali sostenibili dalla stessa comunità.
Costi
Da valutare
Benefici
Maggiore trasparenza, più facile accesso ai dati e al controllo da parte dei cittadini.