Uno dei “poteri forti” che si oppongono al cambiamento è il potere della burocrazia. Esaminiamo l’attuale rapporto che esiste tra la politica e la burocrazia. La politica (cioè quelli che noi cittadini eleggiamo nelle elezioni) deve delineare le linee guida e gli obiettivi strategici da conseguire nel corso del suo mandato. Su queste linee guida (il “programma” elettorale) il politico riceve il consenso da parte dei cittadini. La burocrazia ha il compito di trasformare in azioni il mandato dei politici, azioni che siano consentite dalle leggi e dalle norme in vigore. Diciamo quindi che il burocrate è l’esecutore materiale delle indicazioni del politico di turno. Analizziamo un attimo il rapporto che esiste tra il burocrate e il politico. Il politico, onesto o disonesto che sia, capace o incapace che sia, viene scelto ogni cinque anni dai cittadini. Può impartire le direttive “politiche” al burocrate, ma di fatto, su di lui non ha alcun potere. In definitiva, se il burocrate non fa bene il suo lavoro, alla fine chi ci rimette è il politico, che non verrà più rieletto dai cittadini scontenti del suo operato. Il burocrate, invece, rimane sempre al suo posto, conosce vita morte e miracoli del palazzo, ne conosce le zone d’ombra, i ripostigli bui, sa esattamente dove sono gli armadi con all’interno gli scheletri accumulati in anni di attività. Il burocrate non deve rendere conto a nessuno del suo operato, gli basta rimanere all’interno dei confini delle leggi e dei regolamenti (in Italia ne abbiamo a bizzeffe) che molte volte lui solo conosce ed è in grado di interpretare. Alla luce di quanto sopra, chi delle due figure, secondo voi, ha più potere? Il potere della burocrazia è mille volte superiore a quello della politica e la politica ha davvero poche armi (per di più anche spuntate) per affrontare questo duello. Ma gli altri come fanno? Beh, una soluzione è quella dello spoil system, un sistema cioè, che lega il burocrate (a livello dirigenziale) ai destini del politico: in altre parole, il politico che vince, si porta con se il suo staff dirigenziale e manda a casa quello vecchio. In questo modo il potere contrattuale del burocrate nei riguardi del politico si ridimensiona fortemente. Se affonda la barca, annegano entrambi. Attuare questo sistema, però, vorrebbe dire di chiedere alla burocrazia di realizzare un sistema che ha l’obiettivo di ridurre il suo stesso potere, insomma una specie di suicidio di massa di tutti i burocrati. Non funzionerebbe mai. Che fare allora? Una soluzione che non comporta azioni autolesionistiche dell’apparato burocratico, ma che dà immediatamente dei sostanziali miglioramenti all’intero sistema, è quello del coinvolgimento pubblico del burocrate nella programmazione delle attività comunali. Prima di fare un esempio concreto (così è più facile per intenderci), va sottolineato il fatto che la burocrazia usa la giungla delle leggi e dei regolamenti come una barriera per difendere le sue posizioni di potere acquisite che potrebbero cadere o indebolirsi con il cambiamento. La burocrazia è quindi sempre schierata sulla roccaforte con i cannoni pronti a sparare a zero su chiunque si avvicini e tenti di eroderne il potere o di controllarne l’operato, chiunque sia il politico di turno che vada all’attacco. Ed ecco che il politico è necessariamente costretto a venire a patti….. La rivoluzione che noi intendiamo passa sempre attraverso i soliti punti che ripeteremo fino alla nausea: trasparenza, partecipazione, competenza, innovazione, comunicazione. Le proposte che stiamo elaborando vanno in questa direzione: la trasparenza dei processi decisionali, la partecipazione attiva dei cittadini attivi, la condivisione dei saperi, l’informazione e la comunicazione di tutto ciò che accade fuori e soprattutto dentro il palazzo comunale. Allora, adesso facciamo un esempio. Viene discussa una proposta, nata da un gruppo di cittadini, oppure da un consigliere comunale (maggioranza o opposizione), oppure da un assessore o direttamente dal sindaco (vedi la nostra proposta specifica). All’interno di questo Tavolo di Discussione sarà comunque SEMPRE PRESENTE un dirigente comunale (Nome e Cognome e funzione), nominato dal Sindaco o dall’assessore competente, rappresentante comunale della parte amministrativo/esecutiva. Questo funzionario sarà responsabile, fin dalla fase di discussione del progetto, di fornire pubblicamente al gruppo di lavoro tutte le sue valutazioni di fattibilità, e della sua conformità ed ammissibilità giuridico/amministrativa. In questo modo, dato che il Tavolo è pubblico, ogni cittadino sarà informato su quali sono i problemi da risolvere o i nodi da sciogliere per attivare quel progetto. Ogni cittadino saprà, inoltre, chi è il funzionario che ha dato il suo parere professionale e sia stato determinante per la riuscita o meno del progetto. Aggiungiamo inoltre che la possibilità di condividere queste informazioni con una platea di cittadini e di professionisti può essere una risorsa aggiuntiva, innovativa (ed a costo zero!) per la risoluzione di eventuali “passaggi delicati” ed interpretazioni giuridiche adeguate o soluzioni tecniche avanzate. Adesso provate a proporre questa idea al vostro candidato sindaco e fatevi dare una risposta CONCRETA. Come sempre, qui troverete sempre solo FATTI e PROPOSTE REALIZZABILI DA SUBITO. Ah, dimenticavamo, tutto questo è a costo ZERO....
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Giugno 2020
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