Alla luce di quanto emerso nelle prime due riunioni delle Commissioni congiunta Territorio ed Economica sulla vicenda relativa alla Piscina di Cesano Boscone, emergono già alcuni dati che a nostro avviso comprendono delle responsabilità politiche ben definite. Prima però di entrare nel dettaglio è meglio dare una definizione a due termini che qui di seguito leggeremo spesso: Fidejussione - In diritto, la fideiussione è un negozio giuridico con il quale un soggetto, chiamato fidejussore, garantisce un'obbligazione altrui (es. in luogo del debitore), obbligandosi personalmente nei confronti del creditore del rapporto obbligatorio. In pratica, nel nostro caso specifico, è una garanzia che il comune dà alla banca che concede il prestito al costruttore della piscina. Quindi se il costruttore non paga la banca, allora come garante del prestito accordato, paga il comune. Project Financing - La finanza di progetto (in inglese project financing) è una operazione di tecnica di finanziamento a lungo termine in cui il ristoro del finanziamento stesso è garantito dai flussi di cassa previsti dalla attività di gestione dell'opera prevista nel progetto. Il coinvolgimento dei soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nell'accollo totale o parziale dei costi di opere pubbliche, o opere di pubblica utilità, in vista di entrate economiche future rappresenta la caratteristica principale del project financing. Procediamo con ordine. Il 19 febbraio 2002 il Comune di Cesano pubblica un Avviso di Sollecitazione alla formulazione di una proposta da parte di un promotore per la realizzazione della piscina a Cesano. In parole povere si chiede pubblicamente se c’è qualche promotore privato interessato a realizzare questo progetto utilizzando il modello del project financing. In questo Avviso viene chiaramente indicato il fatto che: “...Il promotore interessato alla realizzazione e gestione della struttura potrà presentare una proposta per la realizzazione di quanto indicato tenuto conto che le opere dovranno essere realizzate senza alcun contributo a carico dell'Amministrazione.” A tal fine il Comune elabora una Convenzione che regoli i rapporti con il Promotore, i contributi comunali al progetto, la durata temporale della concessione e l’acquisizione del Comune della piscina al suo scadere. Ora, il project financing viene utilizzato per fare in modo che un soggetto privato realizzi un’opera pubblica o di pubblica utilità, liberando il comune (e quindi i cittadini) dai rischi d’impresa della sua realizzazione. In cambio il soggetto promotore ha la possibilità di rientrare dell’investimento realizzato attraverso la gestione ventennale dell’attività della piscina. In questo modo il rischio dell’operazione grava esclusivamente sull’impresa promotrice, mentre il comune rimane spettatore neutrale. Questa è l’operazione che è stata presentata ai cittadini da parte della giunta allora in carica: zero rischi, zero investimenti e una piscina nuova di zecca per i cittadini. In realtà, però, le cose sono andate diversamente. Se infatti andiamo a leggere la Convenzione possiamo notare che il Comune di Cesano finanzia parzialmente l’opera. Leggiamo infatti che, a differenza di quanto indicato dell’Avviso di Sollecitazione, nella Convenzione è previsto che a carico del comune ci sono le seguenti voci: Contributo Comunale alla realizzazione di parcheggi. €200.000 Contributo Comunale in favore di strutture per disabili €120.000 Contributo Comunale in favore di altre fasce deboli €160.000 Per un totale di €480.000 Vogliamo però puntualizzare, ad onor del vero, che questi contributi non sono mai stati erogati. Ciò non toglie che facessero parte integrante della Convenzione e che se i lavori fossero andati a buon fine, il Comune avrebbe dovuto versarli. Rileviamo ora, sempre come parte integrante della Convenzione, il fatto più grave ovvero la fidejussione bancaria del Comune (circa €3.500.000) a favore dell’impresa promotrice per un importo pari all’intero valore del progetto (al netto dei 480.000 Euro stanziati già di “tasca propria” che abbiamo appena visto). Questo fatto rappresenta a nostro avviso il nodo principale di tutta la vicenda, ed è un fatto che politicamente rende responsabile tutta la giunta - sindaco in testa. E lo è per due motivi:
A ciò va aggiunto che, dato che il promotore altro non era che una società temporanea costituita dalle imprese appaltate, con un capitale sociale dapprima di 10.000 Euro passati poi a 200.000 (comunque insufficienti rispetto all’ammontare dei lavori di oltre 3.500.000 Euro), la richiesta del Comune di una garanzia finanziaria sulla loro solvibilità e operatività, sarebbe stata ampiamente giustificata. Il Comune di Cesano, per mezzo del sindaco, della giunta e del consiglio comunale che ha votato a favore, si è accollato quindi un rischio d’impresa senza averlo debitamente comunicato ai cittadini e non si è comportato con quella attitudine non diciamo del buon padre di famiglia, ma nemmeno del buon amministratore di condominio. Qualcuno può obiettare “...ma a quei tempi i cittadini chiedevano a gran voce la piscina e il comune si è attivato per realizzarla in qualche modo”. Questa obiezione non regge, perché un amministratore responsabile, una volta verificata l’impossibilità di realizzare una piscina anche utilizzando lo strumento del project financing (quello vero e non quello presentato come tale), come un buon padre di famiglia, avrebbe dovuto spiegare ai cittadini, magari in una pubblica assemblea, i motivi economico-finanziari che ne impedivano la realizzazione. In alternativa, sempre in quella famosa assemblea pubblica, dopo aver spiegato ai cittadini i rischi finanziari di una operazione così come fu poi strutturata, il sindaco avrebbe potuto indire un referendum consultivo per decidere se comunque farla o no questa benedetta piscina e, in caso di vittoria dei si, procedere come da esito referendario. Del resto i nostri vicini di Corsico non hanno forse fatto così per decidere sulla costruzione del loro nuovo Comune? (costruzione che poi è stata bocciata dai cittadini). Non regge nemmeno la versione “... ma in quel periodo tutti facevano così, sia contribuendo finanziariamente all’opera sia concedendo fidejussioni…” Non regge e francamente speriamo non sia vero: vuol dire che abbiamo avuto un’amministrazione che faceva le cose “perché le facevano tutti gli altri?”. Ci dobbiamo allora aspettare altre sorprese, visto quello che hanno fatto gli altri comuni italiani in quegli anni? E non regge nemmeno la versione “...oramai la procedura era iniziata e non era più possibile arrestarla se non pagando le spese del progetto che ammontavano a circa 250.000 Euro”. Bel risparmio che abbiamo fatto: abbiamo risparmiato 250.000 Euro e adesso potremmo dover tirare fuori dalle casse comunali “soltanto” 3.700.000. Al di là di tutti i dettagli amministrativi e i tecnicismi contabili, che pensiamo siano corretti, dato che la Corte dei Conti si è già espressa sulla correttezza formale di tutto il procedimento amministrativo, resta la responsabilità politica di avere portato avanti una operazione ad alto rischio finanziario senza avere informato adeguatamente i cittadini. Una responsabilità politica che evidentemente ha nomi e cognomi, a partire dall’allora sindaco (che ricordiamolo aveva anche la delega al bilancio), passando per le giunte o per essere corretti ai membri delle giunte che hanno votato a favore e per finire ai consiglieri comunali che hanno approvato la concessione della fidejussione. Queste persone sono politicamente responsabili di questo pasticcio che ai cittadini cesanesi costerà molto caro e, se sono ancora presenti a vario titolo nelle istituzioni politiche comunali, dovrebbero avere l’onestà intellettuale di ammettere le loro colpe e la dignità di fare un passo indietro uscendo dalla scena politica comunale. Lungi da noi l’intento di aprire una caccia alle streghe, ma sarebbe bello introdurre a Cesano il concetto che chi sbaglia cominci a subire le conseguenze dei suoi errori, un gesto che sarebbe scontato e inevitabile in altri Paesi più civili del nostro. Un gesto che costa per loro molto poco, rispetto ai 3.700.000 che dovranno tirare fuori dalle loro tasche i cittadini cesanesi. Ricordiamo infine che il carico economico di questa operazione naufragata non si ferma “soltanto” alla eventuale escussione della fideiussione a favore del MPS - e questo lo stabilirà il giudice - ma resta anche il problema del “dopo”, il problema di cosa fare di un’opera incompiuta che abbandonata a se stessa si è già irreversibilmente deteriorata. Una struttura incompiuta, degradata, senza un futuro e senza nemmeno una destinazione o un progetto alternativo economicamente sostenibile. Un’ultima considerazione. Questi ed altri fatti sono emersi e meglio definiti nel loro contesto generale durante i primi due incontri della Commissione Consiliare congiunta Territorio ed Economia che ha il compito di redigere la cronologia degli eventi riguardanti la questione piscina. Ci piace ricordare che questa Commissione è stata attivata per dare una risposta alla mozione del Movimento 5 Stelle di Cesano Boscone di fare chiarezza su tutta la storia con una Commissione d’Inchiesta specifica e anche a seguito di una petizione (circa 400 firme di cittadini cesanesi) che di fatto chiedevano la stessa cosa. Come vedete la partecipazione dei cittadini unita al controllo continuo, preciso e puntuale del nostro gruppo consiliare, comincia a dare i suoi frutti, frutti di trasparenza e di informazione che vanno a vantaggio di tutti. Siamo sicuri che troveremo altre sorprese nel prosieguo degli incontri. Vi terremo informati.
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